
Sapevate che sull’Etna esiste una località denominata “Torre del Filosofo”? Si tratta di uno spiazzo che si raggiunge risalendo il versante meridionale della montagna, a ca. 2920 metri di quota, quando si arriva al cospetto dei grandi crateri sommitali. Qui, un cartello segnala a grandi lettere la presenza di una costruzione oramai scomparsa, la Torre del Filosofo, un’antica struttura dedicata in passato alla memoria dell’illustre filosofo siceliota di discendenza greca: Empedocle.
Ma chi era intanto Empedocle? E quale è questa Torre oggi scomparsa sotto le ceneri del tempo?
EMPEDOCLE: IL FILOSOFO PER ANTONOMASIA DEL VULCANO ETNEO
A’ Muntagna, come è stata ribattezzata nella parlata corrente, è stata spesso teatro naturale di storie eccezionali e personaggi degni nota, fra i quali ricordiamo il filosofo naturalista e presocratico Empedocle. La sua fine improvvisa, avvenuta secondo la tradizione proprio fra questi luoghi, ispirò in epoche più recenti la costruzione di edifici in suo onore, ognuno dei quali finito sfortunatamente sepolto sotto coltri di materiale eruttivo.
Si tramanda che Empedocle nacque nella colonia greca di Akragas (oggi Agrigento) nel V secolo a.C. Dopo aver militato attivamente per alcuni anni nella politica della sua città, decise di realizzare nei pressi del vulcano etneo un rifugio e fare di esso la sua prediletta dimora.
L’Etna, imponente ‘colonna del cielo’ – come è stata definita dai primi greci che approdarono sulle coste della Sicilia orientale –, non poteva certamente passare inosservata a un attento osservatore dei fenomeni naturali quale Empedocle: un’oasi di vegetazione ideale, considerata la sua propensione allo studio dei principi generatrici della vita e del cosmo. Lo immaginiamo meditabondo, assorto, in assoluta simbiosi con la natura, distratto nel guardarsi intorno… poi d’un tratto, folgorato, dalle strabilianti eruzioni di fuoco e lava, che squarciavano a intermittenza la volta del cielo.
L’Etna rappresentò probabilmente per il filosofo un habitat perfetto da cui attingere ispirazione e formulare la sua teoria filosofica basata sui quattro elementi naturali – fuoco, aria, acqua, terra –, detti anche ‘radici primordiali’, quei principi immutabili dalla cui mescolanza e separazione sarebbe costituita la realtà.
Di Empedocle girava anche voce che fosse uno stregone, capace di controllare gli agenti atmosferici, come la pioggia e il vento. Gli furono attribuiti peraltro poteri miracolosi e medicamentosi, come la capacità taumaturgica di curare dalle malattie o la distruzione del male.
La sua vita, come la sua scomparsa, è stata ovviamente mitizzata, e divenuta motivo di grande fascino e curiosità, oltre che oggetto di diverse opere letterarie.
FRAMMENTI DI LEGGENDA: UNA MORTE FUORI DAL COMUNE
La scomparsa di Empedocle rappresenta uno degli eventi più straordinari della sua esistenza tramandati sino a noi.
Lo storico greco Ippoboto narra che il filosofo, desideroso di dimostrare a tutti la propria immortalità e divina ascensione in cielo, si gettò a capofitto nel cuore di lava fumante di uno dei crateri. Poco dopo, uno dei suoi calzari bronzei fu rigettato in alto dalle fauci del vulcano, rivelando piuttosto la sua natura umana e mortale. Così, il filosofo avrebbe trovato la morte proprio dove un tempo aveva cercato le radici della vita:
Queste le parole dello storico: «Egli, levatosi, si diresse all’Etna e, giunto ai crateri di fuoco, vi si lanciò e scomparve, volendo confermare la fama che correva intorno a lui, che era diventato dio. Successivamente fu riconosciuta la verità, poiché uno dei suoi calzari fu rilanciato in alto; infatti, egli era solito usare calzari di bronzo». (Ippoboto)
In realtà, non si conosce ancora con certezza dove sia avvenuta la sua morte, se in Sicilia o nel Peloponneso, e in quali circostanze. Esistono infatti versioni differenti e contrastanti riguardo ad essa.
FRAMMENTI DI STORIA: LA TORRE DEL FILOSOFO
Per commemorare la vita e le gesta del filosofo, nel punto in cui furono scoperte le rovine di un antico edificio – alcuni credono si trattasse proprio del ricovero del filosofo – fu costruita una struttura simile a una torre, la quale per l’appunto fu chiamata “Torre del Filosofo”. La tipologia dei resti, ricordando la tecnica costruttiva dei romani, lasciò supporre che la costruzione sia stata edificata nel II sec. d.C. dall’imperatore Adriano, il quale era solito salire sull’Etna perché affascinato da questi luoghi inviolati e selvaggi. Successivamente, la torre fu distrutta a causa delle ripetute eruzioni del vulcano.

Rifugio ‘Torre del Filosofo’
(Foto tratta da Wikimedia Commons)
Nel 1960 alcuni scavi portano alla luce i resti dell’antica torre, e nel medesimo punto furono gettate le fondamenta di una nuova costruzione in cemento armato, il Rifugio “Torre del Filosofo”. Questa struttura fu prevalentemente utilizzata come deposito e ricovero d’emergenza, piuttosto che come rifugio dagli escursionisti.
Purtroppo, le recenti colate di lava delle eruzioni che si susseguirono tra 1971 e il 2013 distrussero e seppellirono quasi definitivamente anche questa moderna struttura. L’eruzione del 2002-2003 lasciò visibile soltanto una parte del tetto e l’antenna in cima ad esso. Infine, l’attività eruttiva del 2013 sotterrò del tutto ciò che rimaneva del rifugio e di cui oggi rimane visibile a malapena soltanto l’antenna.
CLARA FRASCA

Resti appena visibili del Rifugio (Foto tratta da SiciliaFan)
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